Strutturare racconti all’interno di media interattivi, come videogiochi, esperienze virtuali o applicazioni multimediali, sta diventando sempre più importante per catturare l’attenzione dei consumatori. Nel realizzare i nostri prototipi, come la Stanza del tempo per Atelier Martina Vidal Venezia, prestiamo sempre molta attenzione a questo aspetto.
Il narrative design ha assunto un ruolo rivoluzionario, per esempio, nel mondo dei giochi da tavolo e dei videogiochi, trasformando l’esperienza ludica da una semplice competizione basata su regole a vere e proprie avventure narrative.
Esempi significativi di questa evoluzione sono rappresentati da titoli come “Bloodborne” e “Pandemic Legacy”, che offrono campagne narrative dove ogni decisione ha un impatto duraturo. Questi giochi da tavolo, infatti, non si limitano a incorporare trame complesse e personaggi intriganti; piuttosto, le loro storie prendono forma in risposta alle scelte dei giocatori, creando un forte legame emotivo e un coinvolgimento profondo nel contesto di gioco.
Il salto concettuale, in grado di trasformare un semplice gioco in un’esperienza narrativa coinvolgente e complessa, è lo stesso che avviene nell’ambito del Design Thinking, l’approccio metodologico orientato alla soluzione di problemi e alla generazione di idee innovative che usiamo in Upskill 4.0.
Proprio come nel narrative design, dove il giocatore è al centro dell’esperienza, influenzando attivamente la storia, anche nel Design Thinking, adottato in Upskill 4.0, l’utente gioca un ruolo fondamentale.
Nel Design Thinking, ogni fase del processo, dalla definizione del problema, alla fase di prototipazione fino ad arrivare al test finale, è focalizzata sulle esigenze e le aspettative dell’utente, proprio con l’intento di creare esperienze più personalizzate, efficaci e coinvolgenti.
Nell’era dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale, il narrative design assume quindi un ruolo ancor più significativo. Non si limita alla creazione di storie per giochi e videogiochi, ma diventa un approccio fondamentale nella progettazione di esperienze utente. Attraverso esempi di qualche anno fa, come il “Project Milo” di Peter Molyneux, o le innovazioni più recenti di Nvidia nel campo degli avatar virtuali, si evidenzia come il narrative design sia il cuore pulsante di un’esperienza digitale, che va oltre la mera funzionalità tecnica per toccare le corde emotive e psicologiche dell’utente.
In Upskill 4.0, questa filosofia si riflette nelle varie soluzioni progettuali: ogni elemento è pensato per offrire un’esperienza completa, che va oltre la semplice funzionalità, trasformando l’utilizzo in un’esperienza coinvolgente.
Questo è il fulcro dell’approccio di Upskill 4.0 nella fase di prototipazione: connettere emotivamente l’utente al prodotto o all’applicazione, rendendo il narrative design il filo conduttore che unisce tecnologia, innovazione e comunicazione aziendale.
In conclusione, il narrative design e l’approccio di Upskill 4.0 condividono una visione comune: quella di andare oltre la tecnologia fine a sé stessa, intesa solo come l’apice di un progresso tecnico, ma piuttosto vederla come uno strumento attraverso il quale raccontare storie e creare esperienze significative.
Questa sinergia tra narrazione e tecnologia è ciò che rende un prodotto o un’esperienza memorabile: l’obiettivo è valorizzare il più possibile il potenziale umano e creativo, toccando l’utente a un livello più profondo e personale.