Da alcuni anni l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha costituito un tavolo di lavoro per promuovere la diffusione del digitale fra le piccole imprese.
Quest’anno siamo stati invitati anche noi a ragionare sul tema portando il nostro contributo al tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale generativa. Siamo particolarmente orgogliosi di questo invito perché conferma l’interesse internazionale per forme innovative di promozione dell’innovazione tecnologica nella piccola impresa e nei territori.
Cosa è emerso nella giornata di lavoro a Parigi?
I dati dell’OCSE dicono che l’impatto dell’AI generativa sarà particolarmente importante nell’area del marketing e della comunicazione commerciale. I dati dicono che le imprese puntano a sviluppare le vendite e ad allargare la base di clienti grazie all’automazione dei processi di gestione dei contenuti e delle relazioni con i clienti. Imprese che sanno fare bene il proprio mestiere (nella manifattura così come nei servizi) guardano all’AI generativa come a una leva per facilitare quelle operazioni che hanno rappresentato da sempre il loro tallone d’Achille ovvero la capacità di comunicare quello che sanno fare con passione e qualità.
Come facilitare l’adozione di questi strumenti?
L’utilizzo dei Chatbot proprietari o open source è già realtà in tante realtà di piccole dimensioni che hanno approfittato della facilità d’uso di questi servizi per avviare un cambiamento nel proprio modo di lavorare. È immaginabile che nei prossimi mesi una pluralità di operatori contribuirà a potenziare l’accesso agli LLM grazie ad applicativi focalizzati su use case specifici in modo da rendere più produttivo l’accesso alla tecnologia. Su questo fronte i partecipanti al panel hanno espresso un’attenzione particolare per lo sviluppo e la crescita di veri e propri ecosistemi in grado di connettere imprese, università, scuola e mondo dei servizi.
Gli hub digitali, nelle loro diverse varianti, sono importanti per la promozione della tecnologia. Il loro successo, tuttavia, dipende dalla loro capacità di inserirsi in una rete più ampia di soggetti che devono concorrere a rendere la tecnologia più facile da avvicinare, più facile e ovviamente più utile. Il caso Upskill 4.0 è stato invitato proprio per testimoniare del potenziale delle connessioni fra formazione (ITS e Università) e piccola e media impresa e dell’importanza di stimolare queste relazioni attraverso metodologie capaci di generare cambiamento e innovazione.
Ci sono, ovviamente, rischi legati alla sicurezza e all’affidabilità degli strumenti. Per ora prevale un atteggiamento orientato alla sperimentazione per cogliere gli aspetti più promettenti della tecnologia. Il tema della regolazione è un tema ricorrente fra i decisori a livello internazionale (non solo europei). Rimane aperto il tema di promuovere progetti strategici a livello nazionale e europeo per accompagnare lo sforzo delle imprese e per favorire la creazione di ecosistemi davvero efficaci. Un esempio è il progetto open source Mistral destinatario di un interesse crescente fra investitori e startupper. Faremo lo stesso in Italia?