Michele Bugliesi è Presidente della Fondazione di Venezia dal 2020. Nato a Udine, si è laureato in Scienze dell’Informazione all’Università di Pisa nel 1987. Dopo tre anni di attività in centri di ricerca del gruppo ENI, ha ricevuto una Fullbright Fellowship per un Master in Computer Science alla Purdue University (1992). Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Informatica presso l’Université Denis Diderot – Paris VII (2003). Professore ordinario di Informatica all’Università Ca’ Foscari Venezia dal 2006, è stato Rettore di Ca’ Foscari dal 2014. Nella sua attività di ricerca si occupa di analisi e verifica formale del software, in particolare per gli aspetti relativi alla sicurezza e alla protezione della privacy dei dati e delle informazioni in sistemi distribuiti.
Ci può presentare il progetto Venezia Capitale del nuovo artigianato? quali sono gli elementi che caratterizzano il progetto?
Il progetto propone una visione nuova dell’artigianato, quale elemento di connessione tra formazione, ricerca, innovazione, crescita di impresa e rigenerazione sociale. È una visione la cui realizzazione ha come presupposto la capacità delle imprese di fare leva sull’innovazione per crescere e al contempo si arricchisce di una forte valenza sociale, perché si fonda sul talento dei giovani e la loro creatività, la loro formazione e si sviluppa in una naturale continuità di sentire con i luoghi e con le comunità locali.
È un percorso che coinvolge diversi soggetti: prima di tutto, giovani e giovanissimi interessati all’incontro con le realtà dell’artigianato, del design e dei mestieri d’arte come opportunità di crescita personale e professionale in una dimensione di innovazione tecnologica e organizzativa; poi, le micro e piccole imprese che ancora non hanno formulato progetti di crescita produttiva pur mantenendo l’alta qualità dei manufatti; le imprese interessate a percorsi di formazione, consolidamento e innovazione anche mediante l’adozione di nuove tecnologie, offrendo loro nuove infrastrutture, nuove modalità di lavoro in spazi di coworking, ulteriori possibilità di scambio e confronto con altre realtà della filiera, ecc.; le istituzioni delle nostre città, perché valorizzare e consolidare le realtà artigianali si qualifica come reale ed effettiva occasione di ricostruzione del tessuto sociale di intere aree, nei centri depauperati da attività produttive così come nelle periferie spesso abbandonate in stato di degrado.
In che modo il progetto intende rafforzare l’ecosistema di realtà artigianali già presente in città?
Per Venezia in particolare, nella sua condizione caratterizzata dai problemi di perdita di residenzialità e di un’economia prevalentemente “estrattiva”, la ricostituzione di una filiera produttiva compatibile con la fragilità dell’ecosistema ambientale in cui la città è inserita rappresenta un’opportunità straordinaria di rilancio. È un percorso che poggia su quattro elementi fondanti: il primo, la ricerca, per osservare e prevedere i trend del mercato e delle sue esigenze; il secondo è la formazione, per raggiungere una nuova sintesi di sapere e saper fare, attraverso nuove modalità di formazione (con il coinvolgimento delle Università, degli ITS e delle Scuole professionali); il terzo è l’accelerazione, per accompagnare le imprese nell’innovazione attraverso la capacità di utilizzo delle nuove tecnologie, un fattore oggi determinante per tutte le realtà artigianali, sia per le imprese che mirino a consolidare sia per quelle interessate ad avviare processi di crescita; il quarto è la valorizzazione, per la promozione dell’impresa artigiana e dei suoi prodotti.
Su questi elementi, dobbiamo costruire un ecosistema, che promuova un’offerta di servizi a sostegno delle attività economiche (laboratori attrezzati, servizi digitali, amministrativi, di comunicazione, spazi di coworking, progetti comuni) e alimentare una serie di collegamenti istituzionali con i principali attori attivi sul territorio.
Siamo alla seconda edizione di upskill Venezia. Che cosa si aspetta dal progetto?
Sono certo che il progetto proseguirà il percorso che ne ha caratterizzato la crescita nelle tante esperienze vissute a Venezia e altrove in Italia. Spero e confido che questa seconda edizione possa costituire la base per il consolidamento della filiera che la visione di “Venezia Capitale del Nuovo Artigianato” propone alla città e per la città, per la quale Upskill Venezia rappresenta certamente uno degli elementi fondanti.
Se il rilancio dell’artigianato locale passa attraverso il mantenimento di una comunità locale viva e realmente presente sul territorio, uno dei driver fondamentali è comunque nella capacità del settore di innovarsi, attraverso la tecnologia e sapendo accogliere la creatività di forze nuove, i giovani, da formare e far crescere in un percorso filiera che inizia dalle scuole e conduce alla riscoperta di queste professioni.
Ebbene, è su questo secondo piano che Upskill Venezia gioca il suo ruolo e potrà misurare il peso del proprio impatto, sapendo essere sempre più efficace nel catalizzare l’interesse dei giovani e la disponibilità all’imprese a investire nei percorsi di innovazione Upskill Venezia è in grado di offrire e nelle prospettive di crescita che l’innovazione può aprire.