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Homo Faber Economy: una rete di imprese artigiane per il rilancio di Venezia

Il seminario “L’innovazione solida, sostenibilità ed economia locale – Venezia capitale dell’artigianato sostenibile” di Homo Faber Economy, il progetto per la città di Venezia promosso da Università Ca’ Foscari in partnership con Fondazione di Venezia e Upskill 4.0, ha posto al centro il ruolo che l’impresa artigiana veneziana può e dovrebbe impiegare per garantire la propria continuità, o meglio, la sua evoluzione nel futuro. L’incontro, che si è tenuto lo scorso 25 giugno a San Giobbe, è stata l’occasione per riflettere sulle prime conclusioni a cui è arrivato il progetto e per fare un ragionamento concreto sugli obiettivi su cui le dodici realtà imprenditoriali veneziane possono impegnarsi nei prossimi mesi. 

All’incontro hanno partecipato la Regione Veneto con Santo Romano, Direttore dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria Regione del Veneto, Simone Venturini, Assessore alla Coesione Sociale, al Turismo e allo Sviluppo Economico del Comune di Venezia, Giovanni Dell’Olivo, Direttore Generale di Fondazione di Venezia e Stefano Micelli, presidente di Upskill 4.0. Oltre a loro, l’incontro ha visto la presenza di Giulia Pordd, ESG e Impact Manager, Paolo Manfredi, editorialista de «Il Gambero Rosso» ed ex ristoratore, Marika Moscatelli architetta ed esperta di rigenerazione urbana e innovazione sociale e Lorenzo Cinotti e Laura Scarpa, rispettivamente amministratore delegato e direttore editoriale di Venezia da Vivere.

Una prima conclusione a cui il dibattito di questi mesi ha portato è che le imprese artigiane veneziane dovrebbero lavorare in sinergia con altre imprese e istituzioni del territorio, dando una lettura collaborativa del pubblico-privato che include anche operatori tecnologici. L’alto artigianato che fa bene alla città è quello che è in grado di incrociare la ricerca, traducendola nei prodotti e servizi che realizza e nella selezione dei propri fornitori, prestando soprattutto grande attenzione alla sostenibilità, non intesa solo in chiave ambientale, ma anche sociale e relazionale in grado di generare valore nel territorio limitrofo, e di consentire al lavoratore di godere dello spazio della città.

È chiaro che per affrontare sfide impellenti come la diversificazione economica del centro storico veneziano e il calo occupazionale non si può ovviamente appoggiare il peso della responsabilità solo sugli operatori di piccola taglia. Serve una visione collaborativa, un’intelligenza connettiva che a partire da un’attenta analisi metta insieme forze che possono produrre cambiamenti virtuosi, che incrocino delle policy locali di valorizzazione e sostegno di reti ed ecosistemi di cui queste imprese possano diventare parte attiva, potenziate da iniziative di “capacity building” di competenze, delle risorse, delle strutture.

È proprio in questa direzione che si inserisce il finanziamento I.C.O.N.A della Regione del Veneto, ideato per accentuare la maestria e il saper fare veneziano non tanto in chiave di tutela del patrimonio, quanto di valorizzazione del patrimonio attraverso la crescita economica e rilancio della città. 

Il rilancio può avvenire attraverso due leve fondamentali: il coinvolgimento dei giovani, che si devono riavvicinare a questo tipo di attività dal punto di vista culturale ed economico; e l’innovazione, che anche grazie alla tecnologia, può combinare risorse esistenti ed inserirle in un contesto per avviare nuove dinamiche. 

Negli ultimi tre mesi, il progetto Homo Faber Economy ha fatto luce sulle tantissime iniziative di cui è costellato il panorama veneziano e sui tanti percorsi che hanno già una cifra di sostenibilità che merita di essere raccontata e valorizzata. Dodici di queste realtà sono state coinvolte in un vero percorso di crescita e cambiamento con oltre 30 ore formative, tra seminari, focus group e webinar con una decina di esperti e professionisti di sostenibilità e innovazione, oltre a visite aziendali in contesti produttivi rilevanti come la più recente da Bonotto spa.

Durante l’ultimo incontro, Paolo Manfredi per il settore food e Giulia Pordd per il settore moda hanno presentato i risultati delle ricerche e delle discussioni intavolate durante i seminari e i webinar degli scorsi mesi. Ciò che emerge sono casi concreti che aiutano a mettere a fuoco una strategia più complessa, non più composta da singole iniziative, ma alla ricerca di un ecosistema in cui il consumatore non compra un servizio, ma entra in un mondo in cui vuole essere protagonista e soggetto attivo in una nuova idea di sostenibilità.

L’incontro è stato chiuso da Marika Moscatelli Research fellow del progetto Bauhaus of the Seas Sails con un intervento sulla teoria del cambiamento, uno strumento di valutazione e comunicazione delle progettualità con obiettivi a impatto sociale e territoriale, e da Lorenzo Cinotti e Laura Scarpa, che a Venezia da anni, portano avanti moltissimi eventi che raccontano tutto quello che rende unico vivere a Venezia. 

Progetto “Homo Faber Economy” – Codice 2120-0001-727-2023 – CUP H77G23000350002 – PR Veneto FSE+ 2021-2027 – DGR. 727/2023 VENEZIA I.C.O.N.A.